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Com’era il nostro passato, come sarà il nostro futuro.

La storia di Umani Ronchi comincia intorno alla fine degli anni ’50, quando Gino Umani Ronchi dà vita ad una piccola azienda agricola nelle Marche, a Cupramontana, terra del Verdicchio Classico. Pochi anni dopo l’azienda viene rilevata dalla famiglia Bianchi-Bernetti che ne acquisisce il marchio, insieme alla proprietà, dando un impulso produttivo e commerciale all’attività. Il 4 gennaio 1968 avviene la trasformazione in Azienda Vinicola, e appena un anno dopo, il trasferimento della sede sociale e amministrativa ad Osimo, dove si inaugura la cantina destinata alla lavorazione del Rosso Conero. Nello stesso periodo viene potenziata la cantina di Castelbellino, già dedicata alla lavorazione del Verdicchio. 

Da Massimo Bernetti, al figlio Michele
La gestione dell’azienda è tutta di Massimo Bernetti, che porta avanti con visione, lungimiranza e piglio imprenditoriale, tre macro-obiettivi: aprire la commercializzazione dei vini ai mercati esteri, in particolare Germania e Inghilterra; incrementare la produzione, affiancando al Verdicchio, il Rosso Conero; aumentare la superficie agricola dell’azienda, che raggiungerà in poco tempo i 210 ettari di vigneti tra Marche e Abruzzo. 
In quegli stessi anni, Massimo Bernetti decide di lavorare sull’intera filiera produttiva, per migliorarla da un punto di vista qualitativo e per ampliare l’offerta a partire dai rossi, soprattutto dal Rosso Conero. Nel 1982 c’è la prima annata del San Lorenzo, e nel 1985 il Cumaro. Anche il Verdicchio viene rinnovato attraverso i cru e le riserve: nel 1983 il Casal di Serra, e il 1985 è la prima vendemmia del Villa Bianchi. 
Si arriva ai primi anni ’90, quando Massimo Bernetti, affiancato da suo figlio Michele, fresco di laurea in Economia e Commercio ad Ancona, e con un’esperienza a Londra presso il Sales Department dell’agenzia di importazione che segue la distribuzione dei vini Umani Ronchi nel Regno Unito, decide di avviare un lavoro di ricerca sulle più evolute tecniche agronomiche ed enologiche, e sui migliori terreni vitati, anche grazie a collaborazioni con esperti e centri di studio universitari. 

La stagione di Michele
Inizia così la stagione di Michele che, guardando al di fuori dei confini regionali, decide di avvalersi della preziosa collaborazione dell’enologo Giacomo Tachis, conosciuto per aver creato vini come il Solaia e il Sassicaia. Da questa collaborazione, nel 1994, arriva il Pelago, risultato di una ricerca spinta sui vitigni internazionali e la loro integrazione nel territorio locale, e vincitore dell’International Wine Challenge di Londra. Il premio come “Miglior Vino Rosso del Mondo”, lo porta sulle prime pagine delle più importanti testate nazionali e internazionali. Poco dopo, viene inserito dalla rivista Wine Enthusiast, tra i 100 vini top del 1998, con il punteggio di 97/100.
Il 2000 è l’anno della nuova Bottaia per l’affinamento dei vini: un progetto architettonico e culturale che si inserisce all’interno di un disegno più ampio di ristrutturazione della Cantina di Osimo. Un’opera architettonica che rivela ancora una volta l’apertura alla ricerca e all’innovazione in tutte le fasi della produzione. Michele, assieme ai propri tecnici, porta avanti un lavoro di affinamento continuo sui vini, che si traduce nella creazione di nuovi prodotti, e nella cura scrupolosa delle etichette esistenti. Un lavoro di perfezionamento della collezione Umani Ronchi, in un mercato nazionale e internazionale estremamente difficile e competitivo, dove è necessario differenziare, e dove l’unica parola d’ordine è perseguire la qualità. La sua attenzione verso la cantina lo porta a lavorare anche sul nuovo progetto di Roseto degli Abruzzi, dedicato alla lavorazione esclusiva del Montepulciano.
La Medaglia d’oro di Decanter al Cùmaro 2004, e il titolo di Vino Bianco dell’anno attribuito da Gambero Rosso al Vecchie Vigne 2009, sono solo le conferme più recenti di un lavoro tanto meticoloso e costante, rivolto al successo dei vini locali.

Oggi Michele coniuga il suo impegno più propriamente tecnico e gestionale, con l’attività di sviluppo dei mercati esteri. Così, Umani Ronchi, da brand regionale è divenuto un vero e proprio brand internazionale. Senza perdere il contatto con la terra e le radici, che porta in giro per il mondo attraverso i suoi vini migliori.

Nel 2015 Michele è stato scelto come “Ambasciatore delle Marche del Vino nel mondo” in occasione dell’Expo di Milano. Scopri Umani Ronchi all’Expo!